Saturday, March 05, 2011

Una necropoli contemporanea

A cura di Paola Nicolin
Testo di Lea Vergine

Il giardino della memoria

Anne e Patrick Poirier sono ciò che rimane del loro figlio Alain-Guillaume. Al giovane scomparso hanno dedicato questo lavoro, che intitolano "Il giardino della memoria". Si tratta di un progetto per un'area cimiteriale aperta a cittadini italiani e stranieri di tutte le credenze religiose.

Un ritratto degli artisti Anne e Patrick Poirier.

I Poirier sono due artisti francesi (ex-borsisti a Villa Medici di Roma) che hanno sempre lavorato sul tema della memoria: un luogo psicologico carico di seduzioni. Li abbiamo visti nella benemerita galleria milanese di Massimo Valsecchi, tappa sofisticata di un itinerario quanto mai discreto, ma che pure hanno compiuto sulla scena delle più prestigiose gallerie e musei dell'Occidente.

Per la loro meditatio in creaturis e meditatio in moribus, condotte in maniera certosina e un po' defilata nonostante la notorietà, hanno prediletto, lungo l'arco di quattro decenni circa, tutte le tracce di un passato arcaico. Hanno maneggiato lapidi, erme, calchi, rovine, erbari, lingue morte, reperti archeologici, pur di ridestare la passione, illuministica direi, sulla memoria mundi, in un equilibrio formale prodigioso di reticenze e di colpi di scena. Uccelli migratori, schegge terrestri, i Poirier sono se stessi e il proprio doppio, stanno nelle località di cui ci narrano, ma, nel loro stare, appartengono già a un altrove.

Il giardino delle delizie è un ricordo e, insieme, una promessa. Ricordate Rudolf Borchardt, l'eccentrico letterato di lingua tedesca, quando scrive "Sogno e ricordo, desiderio e speranza, parabole e simboli dell'uomo si presentano come giardini. L'uomo continua a creare giardini per realizzare la sua inappagata brama di un mondo negativo. Un giardino è una cosa da cui dobbiamo essere stati cacciati; altrimenti, come avremmo potuto abbandonarlo?"

Il giardino è portatore di sacralità; è qualcosa di concreto, ma anche una macchina allegorica. Esso è molte cose: simboli, stemmi, emblemi: è Arcadia, Eden, Pan, Demetra, profezia e oracolo, araldica e magia, cerimonia e incanto. Il giardino, protetto da mura o da steccati, è lo spazio dedito all'otium (il riposo meditativo) e, quindi, alla cultura dell'anima.

Nella settecentesca Palazzina Pirola della città di Gorgonzola è stata aperta per due mesi (e chiusa nello scorso dicembre) la mostra del progetto per il cimitero: disegni, acquarelli, plastici. I Poirier sono stati assistiti dagli architetti David Leclerc e Léonard Boeldieu. Nel bel catalogo (Skira), sottotitolato Progetto per una necropoli contemporanea, si leggono – rarità assoluta, oggi – bei testi di Luca Molinari, dello stesso sindaco di Gorgonzola, Walter Baldi, e di Anne e Patrick Poirier.

Una foglia di quercia ha fornito lo spunto per la planimetria del campo sacro, raccontano gli autori. "Il profilo lobato della foglia sarebbe stato il muro di cinta e le venature i percorsi pedonali." La foglia di quercia è parte di un albero già adorato nella mitologia pagana. Si sarebbe mai potuto tentare un esperimento del genere se non ci fosse stato a fare da ideatore e mediatore il mai abbastanza lodato Massimo Valsecchi?

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Tutte le immagini del servizio documentano il backstage, i disegni preparatori e le fasi di ideazione del progetto nello studio degli artisti. La documentazione è tratta dal libro "Il Giardino della Memoria", Milano, Skira, 2010.

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